domenica 19 dicembre 2010

I palermitani doc (alieni e non) e i Centri Commerciali

Ho scoperto che i palermitani amano il Centro Commerciale, in realtà lo sapevo già, ma ho avuto modo di osservare questa realtà personalmente. Io, palermitana aliena doc, contro ogni mia volontà, nel giro di pochissimo tempo, mi sono trovata a visitare i tre nuovi centri commerciali che hanno da poco aperto a Palermo e dintorni, constatando così la passione dei miei concittadini per tali luoghi.

I centri commerciali rappresentano una novità per Palermo, dove fino a poco tempo fa c’erano solo grandi ipermercati, dotati di milioni di prodotti di vario genere, ma nulla a che vedere con questi nuovi centri, che un po’ come il Mac Donald, hanno drogato i miei concittadini, abituandoli a nuovi sapori e a un nuovo stile di vita. Ma i palermitani si sa, si adattano a tutto, vengono affascinati dalle novità alle quali per nulla al mondo rinuncerebbero, ma non abbandonano le vecchie abitudini, e così credo che come sono riusciti a far coesistere i “moderni finti panini” a base di hamburger di “finta carne”, con i tradizionali, unti e bisunti “panini ca meusa”, potranno anche far convivere i moderni-finti “centri non storici a fini commerciali”, con i più antichi mercati, mercatini e negozi del vero centro storico (almeno così spero).

I Centri commerciali, dal mio punto di vista palermitano alieno doc sono degli strani luoghi, dove tutto è finto ed artificiale, dall’aria che si respira, all’atmosfera che si vive. Partiamo già dal deviato concetto di escursione termica che c’è nella filosofia di questi ambienti, dove l’idea principale è non solo produrre un clima del tutto artificiale, ma produrre uno sbalzo di temperatura disumana tra esterno e interno, ovverosia far soffocare e ardere dal caldo durante l’inverno (costringendo i clienti a spogliarelli improvvisati), e fare rabbrividire e congelare in estate (costringendo i clienti a portarsi maglioni e sciarpe altrimenti riposte in guardaroba). Ma non possono trovare una temperatura standard? Avranno di certo degli accordi occulti con le case farmaceutiche per la cura di reumatismi e raffreddori... (evviva la dietrologia!!!).

L’aria che si respira è quindi strana, artificiale, “confezionata” come i prodotti in vendita. Ma anche l’udito viene artificialmente accontentato, cosa dire della filodiffusione coatta? Ovunque si va si è assordati da una musica costante che dopo un po’ viene apparentemente ignorata, ma entra subdolamente nel cervello costringendo tutti a canticchiare interiormente (e in alcuni casi anche esternamente) ed a muoversi a ritmi latinoamericani. E se le nostre orecchie sono accontentate, anche il naso ha il suo contentino, gli odori sono dall’invitante al nauseabondo. Tanti ristorantini, bar e pizzerie all’interno del Centro emanano dei profumini di cibo che obbligano i mangioni come me a voler acquistare pizze, panini e gelati, ma visto che si deve resistere per motivi di peso e di tasca, quegli odori cominciano a provocare “un certo languorino” ed a Palermo diremmo “una specie di alammiccu”, che poco dopo si trasforma in disgusto e voglia di fuggire via.
E per finire anche la vista è artificialmente colpita da lustri e lustrini, marmi, finte aiuole con vegetazione tropicale, archi e piazze, negozi, prodotti vari, tutto invita allo shopping compulsivo e visto che qui si dice: “cu va a fiera senza un tarì, ci va cu una dogghia e sinni torna cu ttrì” (chi va alla fiera senza soldi ci va con un dolore e se ne torna con tre) meglio essere ben attrezzati!

Tutto al Centro commerciale è magnifico, bello, pulito (cosa strana che a Palermo avvenga), grande, ricco, talmente perfetto da essere insopportabilmente finto. Mi ricorda i villaggi turistici, dove ci sono fontane, bellissime costruzioni che imitano monumenti egiziani o arabi, vegetazioni, animazioni, musiche e balletti, finta allegria, tutte cose che inserite così mi danno un senso di repulsione tipo il trenino umano di capodanno.

Ma i palermitani doc, non alieni ed esauriti come me, apprezzano tutto questo lusso e con un certo stupore si meravigliano davanti alle finte piazze, alla pulizia (che di solito snobbano), e commentano: “che bel marmo, che belle piante, miii che pulito, hai visto c’è pure il ristorante...” e si divertono, e se nel villaggio turistico amano saltellare come invasati tra giochi aperitivi, serate danzanti, ginnastiche in piscina, sotto l’ausilio di animatori felicemente stressati (e mi è capitato veramente di vedere famigliole con padri di famiglia dall’aria paciosa e pigra, trasformarsi in insospettabili ballerini che al suon di “meneito” si scatenavano in ritmi suadenti, muovendo ogni muscolo, facendo molleggiare le proprie “panze” prominenti, urlando: “me gusta, si, si si, muovendo la caveza, si, si, si”), alla stessa maniera nei Centri Commerciali si esaltano, comprano, danzellano, urlano (sarà colpa della musica ad alto volume), inseguono i “picciriddi”(bambini) che scappano qua e la, mangiano e apprezzano.

E così ci vedi dentro tutte le tipologie umane e palermitane doc ben tenute sotto controllo da una serie infinita di vigilantes armati di cuffiette e radiotrasmettitori: le ragazzine con le frangette e i fermaglini che camminano a braccetto e tre a tre, i “picciuttieddi tasci” (ragazzini grezzi) che si “ammuttano tra loro” (si spintonano vicendevolmente), cercando di far colpo sulle ragazze, le famigliole con passeggini multipli, l’uomo pacioso con la panza prominente (quello del villaggio di cui sopra) che trascina la moglie, le signore eleganti con le buste piene, persino le coppie alternative con kefia, rasta e pearcing vari, e pure gli alieni come me che un po’ si disgustano, ma un po’ adorano anche osservare tutta questa bella varietà umana.




E così dopo tutto questo, in uno dei Centri che ho visto, c’era una cosa bella, all’esterno, nel parcheggio, la bella vista su una torre precedentemente inaccessibile,
ed in realtà molto affascinante.
Ecco, se si vuole, si trova sempre qualcosa di vero e di bello in ogni luogo, e se si vuole si può sempre ridere delle cose bizzarre della vita!
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