“Palermo è bella, ma è conosciuta agli occhi del mondo per delle terribili piaghe.
La prima è l’Etna che quando fa capricci distrugge paesi e villaggi, ma è una bellezza naturale.
Poi c’è una seconda piaga che nessuno riesce a risolvere, è la siccità, da queste parti la terra d’estate brucia è “sicca”, ma è la natura, e non ci possiamo fare niente!
Ma dove possiamo fare e non facciamo, perché non è la natura, ma in buona sostanza è l’uomo, è nella terza piaga, che diffama la Sicilia agli occhi del mondo…
E’ il traffico. Ci sono troppe macchine, è un traffico vorticoso, tentacolare che impedisce di vivere e fa nemiche famiglie contro altre famiglie…”
Pressappoco così all’ingenuo Dante (in “Jhonny Stecchino” di Benigni) venivano presentate le tre piaghe della Sicilia, e soprattutto, la più terribile, il TRRRAFFICO…
Ironica e indimenticabile scena…
Ma il traffico palermitano rimane comunque una vera piaga!!!
Tutti i nostri ospiti che hanno la necessità o forse la follia di arrivare in auto ne sanno qualcosa!
Quello che colpisce di più è la disinvoltura con cui non si seguono le regole stradali, poi c’è la questione “come attraversare la strada?”, infine l’uso del clacson…
I segnali stradali per i palermitani, non esistono. Sono degli elementi decorativi utili ad abbellire le strade, che in caso contrario, rimarrebbero soltanto adornate dalle buche o dai rattoppi, perché a Palermo quando si vuole coprire un buco, si risolve il problema come le nonne facevano trent’anni fa, con i pantaloncini strappati dei propri nipotini, con una bella toppa.
Ma in realtà questo è un metodo usato per mantenere sveglio l’autista, che grazie al continuo saltellare, non rischierà mai di addormentarsi (e noi vittimisti che ci lamentiamo, non sappiamo quanto dovremmo essere grati all’amministrazione comunale che si prodiga per evitare gli incidenti).
C’è un motivo per cui i palermitani non considerano i segnali stradali (resiste ancora il semaforo), perché sono convinti che questi rallentano il traffico. Così per divincolarsi, entrano in traverse e traversine senza curarsi delle precedenze, corrono, si “infilano” fra due auto approfittando di ogni minimo spazio, etc.
Questo avviene perché gli automobilisti palermitani non hanno bisogno di regole, perché sono convinti di essere i più bravi piloti dell’intero pianeta, di essere i più svegli, i più furbi. A creare il traffico sono i paesani, i nordici, o al massimo le donne. A Questi viene continuamente urlato l’appellativo di “‘ntamato”, termine intraducibile che significa imbranato.
Spesso si dice: “un palermitano può guidare in tutto il mondo”, peccato che dopo cinque minuti gli tolgono la patente!
La prima è l’Etna che quando fa capricci distrugge paesi e villaggi, ma è una bellezza naturale.
Poi c’è una seconda piaga che nessuno riesce a risolvere, è la siccità, da queste parti la terra d’estate brucia è “sicca”, ma è la natura, e non ci possiamo fare niente!
Ma dove possiamo fare e non facciamo, perché non è la natura, ma in buona sostanza è l’uomo, è nella terza piaga, che diffama la Sicilia agli occhi del mondo…
E’ il traffico. Ci sono troppe macchine, è un traffico vorticoso, tentacolare che impedisce di vivere e fa nemiche famiglie contro altre famiglie…”
Pressappoco così all’ingenuo Dante (in “Jhonny Stecchino” di Benigni) venivano presentate le tre piaghe della Sicilia, e soprattutto, la più terribile, il TRRRAFFICO…
Ironica e indimenticabile scena…
Ma il traffico palermitano rimane comunque una vera piaga!!!
Tutti i nostri ospiti che hanno la necessità o forse la follia di arrivare in auto ne sanno qualcosa!
Quello che colpisce di più è la disinvoltura con cui non si seguono le regole stradali, poi c’è la questione “come attraversare la strada?”, infine l’uso del clacson…
I segnali stradali per i palermitani, non esistono. Sono degli elementi decorativi utili ad abbellire le strade, che in caso contrario, rimarrebbero soltanto adornate dalle buche o dai rattoppi, perché a Palermo quando si vuole coprire un buco, si risolve il problema come le nonne facevano trent’anni fa, con i pantaloncini strappati dei propri nipotini, con una bella toppa.
Ma in realtà questo è un metodo usato per mantenere sveglio l’autista, che grazie al continuo saltellare, non rischierà mai di addormentarsi (e noi vittimisti che ci lamentiamo, non sappiamo quanto dovremmo essere grati all’amministrazione comunale che si prodiga per evitare gli incidenti).
C’è un motivo per cui i palermitani non considerano i segnali stradali (resiste ancora il semaforo), perché sono convinti che questi rallentano il traffico. Così per divincolarsi, entrano in traverse e traversine senza curarsi delle precedenze, corrono, si “infilano” fra due auto approfittando di ogni minimo spazio, etc.
Questo avviene perché gli automobilisti palermitani non hanno bisogno di regole, perché sono convinti di essere i più bravi piloti dell’intero pianeta, di essere i più svegli, i più furbi. A creare il traffico sono i paesani, i nordici, o al massimo le donne. A Questi viene continuamente urlato l’appellativo di “‘ntamato”, termine intraducibile che significa imbranato.
Spesso si dice: “un palermitano può guidare in tutto il mondo”, peccato che dopo cinque minuti gli tolgono la patente!
Altro problema, attraversare la strada, tutta questione di psicologia…
Prima cosa, non fidarsi mai delle strisce pedonali, anche quelle sono una decorazione. Armarsi di santa pazienza (ci si può portare un giornale), si rischia di stare molto tempo a salire e scendere dal marciapiede, ma è un po’ come fare step, quindi fa digerire un ottimo “panino ca meusa”.
Poi c’è un gioco di sguardi, si deve guardare negli occhi l’automobilista, in quella frazione di secondi gli si deve rammentare che se ti uccide dovrà “pagarti per nuovo”. Infine mai dimostrare troppa sicurezza, perché l’automobilista per farti passare, non si ferma, al massimo rallenta, quindi se per caso ti suona il cellulare, se un’ amico ti saluta, se inciampi in una buca, sei spacciato. Bisogna darsi un’aria un po’ imbranata, magari fingere di zoppicare, così l’automobilista sarà costretto a fermarsi, sempre per la paura di doverti “pagare per buono”, magari ti guarderà con odio o ti riempirà di insulti, ma almeno rimarrai vivo.
Ma non è finità, meglio restare all’erta perché un secondo automobilista, irritato dalla troppa attesa potrà azzardare un sorpasso e prenderti in pieno mentre soddisfatto pensavi di avercela ormai fatta!
Infine a colpire (i timpani) del povero turista c’è il clacson, è lo strumento musicale più suonato dai palermitani, dalla mattina alla sera.
Serve a smaltire il traffico, a farsi spazio, a sollecitare gli altri automobilisti, i pedoni o chiunque sia d’ostacolo alla propria fretta.
Mi domando ma qualcuno a Palermo lavora? Hanno tutti fretta, ma le strade sono sempre piene di auto, forse sono tutti rappresentanti!
Il clacson viene usato soprattutto al semaforo. Non appena scatta il verde, con una rapidità sorprendente, quasi che un nervo collegasse direttamente l’occhio alla mano, tutti suonano il clacson per sollecitare l’autista primo della fila a scattare!
E’ quasi un miracolo, l’azione più rapida che un essere umano possa fare!
Poi ci sarebbe la questione del parcheggio, ma quella è un’altra storia…
Prima cosa, non fidarsi mai delle strisce pedonali, anche quelle sono una decorazione. Armarsi di santa pazienza (ci si può portare un giornale), si rischia di stare molto tempo a salire e scendere dal marciapiede, ma è un po’ come fare step, quindi fa digerire un ottimo “panino ca meusa”.
Poi c’è un gioco di sguardi, si deve guardare negli occhi l’automobilista, in quella frazione di secondi gli si deve rammentare che se ti uccide dovrà “pagarti per nuovo”. Infine mai dimostrare troppa sicurezza, perché l’automobilista per farti passare, non si ferma, al massimo rallenta, quindi se per caso ti suona il cellulare, se un’ amico ti saluta, se inciampi in una buca, sei spacciato. Bisogna darsi un’aria un po’ imbranata, magari fingere di zoppicare, così l’automobilista sarà costretto a fermarsi, sempre per la paura di doverti “pagare per buono”, magari ti guarderà con odio o ti riempirà di insulti, ma almeno rimarrai vivo.
Ma non è finità, meglio restare all’erta perché un secondo automobilista, irritato dalla troppa attesa potrà azzardare un sorpasso e prenderti in pieno mentre soddisfatto pensavi di avercela ormai fatta!
Infine a colpire (i timpani) del povero turista c’è il clacson, è lo strumento musicale più suonato dai palermitani, dalla mattina alla sera.
Serve a smaltire il traffico, a farsi spazio, a sollecitare gli altri automobilisti, i pedoni o chiunque sia d’ostacolo alla propria fretta.
Mi domando ma qualcuno a Palermo lavora? Hanno tutti fretta, ma le strade sono sempre piene di auto, forse sono tutti rappresentanti!
Il clacson viene usato soprattutto al semaforo. Non appena scatta il verde, con una rapidità sorprendente, quasi che un nervo collegasse direttamente l’occhio alla mano, tutti suonano il clacson per sollecitare l’autista primo della fila a scattare!
E’ quasi un miracolo, l’azione più rapida che un essere umano possa fare!
Poi ci sarebbe la questione del parcheggio, ma quella è un’altra storia…
2 commenti:
Ma è una descrizione fenomenale! E' vero, è un grosso problema, ma leggendo il tuo articolo io ci ho riso molto, anche perchè mi sono rivista in quella che si infila strate, stratuzze...un pò come tuo padre :-))
L'argomento traffico è tra i più discussi con i nostri ospiti, e in tanti anni abbiamo affinato le nostre battute (soprattutto Massimo!). Ogni volta a colazione, in italiano o in inglese ci facciamo un sacco di risate su questo argomento...
Mio padre è tra i "tipici palermitani", mio nonno lo soprannominava "vanedde e vanidduzze" per la sua conoscenza di vicoli e vicoletti per sviare dal traffico.
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