Priva di condizionatore, invenzione miracolosa, emanatrice di frescura artificiale, che ha forse contribuito a cambiare la percezione del caldo, ma che in momenti di crisi da arsura aiuta a resistere, non trovo facile stare davanti al computer.
Ricordo quando ero piccola ed ancora questi “strumenti del finto fresco” non erano diffusi nelle case. In quel caso le soluzioni erano le seguenti: andare al mare, ma bisognava stare sempre in ammollo, perchè dopo pochi minuti in spiaggia le insolazioni erano assicurate. Altra soluzione, bagnare dei panni e metterli sulla fronte, nel mentre tenere i piedi in acqua fredda (ricordo davvero delle giornate così...), infine andare all’UPIM o alla STANDA. Ai tempi non c’erano i centri commerciali, i tanto amati "giganti omologatori" dove si va per risparmiare ed alla fine ci si ritrova con i carrelli pieni di nulla. Quando ero piccola al massimo c’erano i “grandi magazzini”, ed il motivo principale che spingeva (almeno noi) ad andarci era il fresco. Mia madre diceva : “Andiamo a prenderci un po’ di “aria confezionata”!!”. Poi quando uscivi la sensazione di caldo umido era terribile, ma per un po’ si respirava.
Andando avanti negli anni un po’ in tutte le case hanno cominciato a troneggiare i condizionatori, rumorosi come aerei in fase di decollo, grondanti di acqua distillata (ne ho usati litri e litri, raccolti pazientemente in bidoncini, per stirare lenzuola e asciugamani del mio b&b), ormai indispensabili, c’è chi li usa con moderazione e solo nei giorni più terribili, tenendo la temperatura non troppo bassa, per scongiurare raffreddori e reumatismi, c’è chi li tiene accesi 24 ore su 24, perchè questi strumenti creano dipendenza, spingono a rimanere rintanati in casa e ad evitare ogni luogo esterno. Sarà per questo che porto avanti una sorta di resistenza anticondizionatori, insomma a parte le camere del mio ex b&b che logicamente ne erano dotate, in casa mia non ci sono i condizionatori, nemmeno adesso che vivo in una campagna assolata . Mi ritrovo così con le serrande abbassate a cercare la frescura naturale che non c’è, a passare notti semi insonni, pensando che prima o poi anche io cederò al fascino della tecnologia!
Tutto questo preludio per dire semplicemente che il caldo mi ha reso difficile scrivere un post!
Ma adesso andiamo al cibo...
Ho preparato un altro pesto, perchè in estate non c’è niente di meglio che un piatto fresco e profumato.
Volevo fare un pesto alla pantesca (la versione che si prepara nella bella isola di Pantelleria), ma tra tante ricette trovate su internet mi sono confusa ed alla fine ho realizzato questo pesto usando i prodotti del mio orticello
e altri ingredienti tipici siciliani, tra cui i capperi di Pantelleria. Quindi alla fine ecco un simil pesto pantesco fatto da me.
Ingredienti:
4 pomodori, basilico, prezzemolo, uno spicchio d’aglio, pinoli, mandorle, olio evo (mezzo bicchiere), una manciata di capperi sotto sale (precedentemente tenuti in acqua), 2 cucchiai di caciocavallo (formaggio stagionato) grattugiato, sale, peperoncino.
Preparazione:
Spellare i pomodori, togliere i semi e farli scolare, poi tagliuzzarli (io li ho grattugiati), tritare basilico e prezzemolo. Togliere il germoglio interno all’aglio, sciacquare bene i capperi. Come sempre la tradizione richiede di passare tutti gli ingredienti al mortaio,
la lagnusia (pigrizia) invece vuole che tutto venga frullato (la tecnologia ha i suoi vantaggi!).
Condire con questo ottimo pesto
Condire con questo ottimo pesto
un buon piatto di spaghetti
e cercare un posto fresco dove assaporare il tutto!