E’ un pò difficile per me parlare di Terrasini da un punto di vista turistico perchè io al momento abito in questa graziosa cittadina, e non la vivo né da oriunda né da visitatrice. Non sono integrata pienamente nel paese, non conosco i nomi delle strade e non mi oriento del tutto (ma questo mi succedeva pure a Palermo, sono distratta e sempre soprapensiero), non conosco tutti i negozi, conosco pochissime persone del luogo, ovvero i miei parenti (e nemmeno tutti), alcuni frequentatori assidui del panificio di un mio cugino (ormai so pure il tipo di pane che alcuni preferiscono), il fruttivendolo ambulante dal nome disneyano Orazio, i miei confinanti gentili pescatori, e poi c’è il bar del viale di Cinisi che fa un ottimo caffè, ed il negozio di alimentari dei familiari di Peppino Impastato e qui si chiude la cerchia. Quindi non mi posso definire una vera abitante del posto, ma nemmeno mi vedo come una turista, perchè se tale fossi, già avrei visitato i musei e sarei andata al mare, ed invece, come spesso capita a chi vive in un luogo da sempre, ancora non ho fatto nulla di tutto ciò.
Di Terrasini posso parlare come un luogo di ricordi e di presente.
I ricordi sono legati alla casa in cui vivo il mio presente, ma non solo. Piccoli flash di infanzia. Una spiaggia divisa tra due paesi, una spiaggia che potrebbe essere più bella di quanto è se solo fosse tenuta bene. Una spiaggia dove mi atteggiavo ad awaiana grazie al mio gonnellino e ad una collana di rafia verde (era la moda di quei tempi, poco meno di trent’anni fa), degli scogli gialli poco distanti ai quali raramente mi avvicinavo.
Di Terrasini posso parlare come un luogo di ricordi e di presente.
I ricordi sono legati alla casa in cui vivo il mio presente, ma non solo. Piccoli flash di infanzia. Una spiaggia divisa tra due paesi, una spiaggia che potrebbe essere più bella di quanto è se solo fosse tenuta bene. Una spiaggia dove mi atteggiavo ad awaiana grazie al mio gonnellino e ad una collana di rafia verde (era la moda di quei tempi, poco meno di trent’anni fa), degli scogli gialli poco distanti ai quali raramente mi avvicinavo.
E poi c’è una delle mie prime gite scolastiche allo zoo di Terrasini che adesso non c’è più, con la mia maestra e tutti i miei compagni, la mitica colazione a sacco, il caro panino con la frittata, la prima macchina fotografica e la paura ma la voglia di avvicinarsi ai leoni in gabbia ed un piccolo sogno, quello di immaginarli liberi nella loro terra.
E poi la visita al museo di carretti siciliani che ancora esiste,
E poi la visita al museo di carretti siciliani che ancora esiste,
una meraviglia di colori, di storia, ti tradizioni della nostra terra e l’orgoglio di trovarvi i carretti di uno zio di mio nonno di cui posseggo un quadro con una delle tipiche scene dei paladini.
E poi il panorama, un panorama mozzafiato, sconvolgente, emotivo, quello di Cala Rossa, una scogliera dal colore del sole al tramonto, il mare increspato e l’infinito davanti.
E poi il panorama, un panorama mozzafiato, sconvolgente, emotivo, quello di Cala Rossa, una scogliera dal colore del sole al tramonto, il mare increspato e l’infinito davanti.
Poi ci sarebbero altri infinti momenti familiari, i fichi distesi sotto il sole come bagnanti rinsecchiti, l’odore acre dell’estratto di pomodoro, la raccolta delle lumache ed il successivo rimpianto di vederle cucinate, un semplice pallone supersantos per divertirsi e tutto ciò che da bambini si fa in campagna.
Poi arriva l’adolescenza e tutto questo sembra annoiare, si trovano le proprie strade autonome, i propri interessi e passioni, forse solo in età matura si riapprezzano nuovamente certe cose con una coscienza diversa.
Terrasini ha un nome che nulla ha a che fare con gli asini, la spiegazione è di certo più romantica, si riferisce a un golfo (sinorum), quello di Castellammare, oppure alle sue insenature (sinus, e scusate se non declino correttamente dal latino) ed oggi è una cittadina che ha molto da offrire, perchè è forse una delle più belle della costa palermitana.
Terrasini ha un nome che nulla ha a che fare con gli asini, la spiegazione è di certo più romantica, si riferisce a un golfo (sinorum), quello di Castellammare, oppure alle sue insenature (sinus, e scusate se non declino correttamente dal latino) ed oggi è una cittadina che ha molto da offrire, perchè è forse una delle più belle della costa palermitana.
C’è il mare, e non è tanto la spiaggia (in realtà ce ne sono due, quella chiamata “di San Cataldo” la devo ancora scoprire) che potrebbe essere più curata, quanto la scogliera meravigliosa, sia sul lungo mare (con i faraglioni)
che Cala Rossa dai colori cangianti, rosso fuoco, e bianco scintillante,
ed i tanti accessi al mare in luoghi adatti a chi ama gli scogli, dall’effetto davvero suggestivo.
Terrasini è anche interessante da un punto di vista culturale.
Nel bel Palazzo D’Aumale c’è un museo che ospita collezioni archeologiche, etnoantropologiche e naturalistiche.
La sezione etnoantropologica è quella che vidi io da piccola, con i carretti siciliani d’epoca, in quella naturalistica che in effetti visitai in quello stesso frangente ho un ricordo di insetti, uccelli, rettili di vario genere (certo dovrei ritornarci per averne un idea più nitida), e quello archeologico dove c’è una raccolta di tutti i ritrovamenti fatti sia in mare che nelle campagne (spero di scoprirlo presto).
Terrasini è strutturata in modo molto gradevole anche al suo interno, le vie sono carine, tanti negozi e le case spesso ristrutturate, rifinite e adornate con fiori (cosa rara in Sicilia) c’è una bella ed ampia piazza con molti luoghi di ristoro ed un bel Duomo,
Terrasini è strutturata in modo molto gradevole anche al suo interno, le vie sono carine, tanti negozi e le case spesso ristrutturate, rifinite e adornate con fiori (cosa rara in Sicilia) c’è una bella ed ampia piazza con molti luoghi di ristoro ed un bel Duomo,
una piazzetta limitrofa con un giardino, un anfiteatro sul lungomare dove d’estate si svolgono rappresentazioni teatrali e varie iniziative di divertimento, un parco giochi per i bambini.
All’esterno del paese, verso il mare ci sono le 4 torri di avvistamento Torre Alba, Torre di Capo Rama, Torre Paternella, Torre di contrada San Cataldo. La più antica quella di Capo Rama, inserita in una riserva naturale selvaggia e affascinante, costruita nel XV secolo per avvistare le imbarcazioni dei pirati,
All’esterno del paese, verso il mare ci sono le 4 torri di avvistamento Torre Alba, Torre di Capo Rama, Torre Paternella, Torre di contrada San Cataldo. La più antica quella di Capo Rama, inserita in una riserva naturale selvaggia e affascinante, costruita nel XV secolo per avvistare le imbarcazioni dei pirati,
la più bella (secondo me) che spero di poter visitare più approfonditamente, la Torre Alba a picco sul mare e immersa in un giardino.
E poi c’è tanto altro, una villa liberty dove si raggruppò una comunità hippy negli anni settanta (è citata anche nel film i cento passi) e la sede di radio aut di Peppino Impastato. Poi ci sono le sagre, la “festa delli schietti” che è stata ad Aprile e tanto altro.
C’è poco da lamentarsi mi direte, una cosa per ora, il paese è sporco a causa del nostro solito problema dell’immondizia, discariche chiuse e inesistente raccolta differenziata, è un vero peccato che tutte queste bellezze siano adornate dai soliti sacchettini multicolor, mi auguro che noi siciliani possiamo stancarci di questo per iniziare un rinnovamento culturale, di pensiero, di civiltà per difendere il patrimonio meraviglioso che c’è ed anche la nostra stessa salute.
Insomma malgrado questo Terrasini merita di essere visitata e scoperta, c’è tanto da scoprire, tanto che non avrei potuto elencare o descrivere, ma basterebbe anche solo avere la fortuna di osservare lo splendido tramonto a picco sul suo mare, un emozione indescrivibile.