Ero incerta se scrivere un post su San Vito lo Capo, perchè pur amando tantissimo questa bellissima località, avendone ricordi di infanzia piacevolissimi e recenti frequentazioni, preferisco generalmente raccontare di luoghi meno noti al pubblico e meno turistici, anche perchè per una mia personale indole, di solito rifuggo dalle località (soprattutto marittime) molto frequentate, dai lidi attrezzati con lettini e ombrelloni, dalle spiagge libere dove per conquistare il tuo metro quadro di spazio per stendere il telo mare (che qui chiamiamo tovaglia, sarà per il chiodo fisso del cibo...), devi lottare contro migliaia di persone e rischiare di trovarti il piede del tuo vicino a pochi millimetri dalla faccia, dai locali dove bisogna fare la fila per entrare, dalle viuzze affollate dal passeggio, dalla musica rimbombante etc.
Insomma, da spirito selvaggio, solitario e forse un po’ nevrotico, scelgo altri lidi, quelli meno conosciuti, magari poco attrezzati ma più “naturali”, meno intaccati dall’intervento umano, dove al limite bisogna lottare contro irti scogli, traversate a piedi, acque congelate, servizi inesistenti (certo c’è sempre un motivo per cui le moltitudini disertano un luogo...). Inoltre visto che le guide di tutto il mondo descrivono benissimo quelle località siciliane ormai famose, come San Vito, Taormina, Capo d’Orlando etc, preferisco consigliare anche agli ospiti del nostro b&b, dei luoghi alternativi e meno noti dove respirare l’essenza della Sicilia.
Insomma, da spirito selvaggio, solitario e forse un po’ nevrotico, scelgo altri lidi, quelli meno conosciuti, magari poco attrezzati ma più “naturali”, meno intaccati dall’intervento umano, dove al limite bisogna lottare contro irti scogli, traversate a piedi, acque congelate, servizi inesistenti (certo c’è sempre un motivo per cui le moltitudini disertano un luogo...). Inoltre visto che le guide di tutto il mondo descrivono benissimo quelle località siciliane ormai famose, come San Vito, Taormina, Capo d’Orlando etc, preferisco consigliare anche agli ospiti del nostro b&b, dei luoghi alternativi e meno noti dove respirare l’essenza della Sicilia.
Cosa mi ha fatto allora desistere dalla tentazione di tacere dinanzi a San Vito?
Ci sono degli aspetti che mi colpiscono di questo piccolo centro che ha conquistato il cuore di tanti turisti occasionali e assidui frequentatori. Ci sono dei ricordi che mi legano fortemente a questa località. C’è uno splendido faro che mi induce a sogni e immaginazioni ( e grazie al blog Le Franc Buveur dove ci sono le foto di tanti bellissimi fari ho tratto ulteriore ispirazione).
Ci sono degli aspetti che mi colpiscono di questo piccolo centro che ha conquistato il cuore di tanti turisti occasionali e assidui frequentatori. Ci sono dei ricordi che mi legano fortemente a questa località. C’è uno splendido faro che mi induce a sogni e immaginazioni ( e grazie al blog Le Franc Buveur dove ci sono le foto di tanti bellissimi fari ho tratto ulteriore ispirazione).
Ci sono dei prodotti alimentari a cui non riesco assolutamente a rinunciare quando approdo a San Vito e che poi sogno e desidero per tanto tempo.
Allora parlerò di questi aspetti.
Capitolo 1)ricordi.
Il mio primo approccio con San Vito avviene quasi trenta anni fa, a seguito della mia famiglia. Avevo appena quattro anni. I miei genitori avevano scoperto questo luogo anni prima per caso, allora non era affatto noto, era solo un paese di pescatori, privo di turisti, di bagnanti, di Hotel, bed and breakfast e ristoranti.
Un pescatore dal simbolico nome “Cristoforo” li fece alloggiare in una casa di paese, dopo aver fatto “sloggiare” una vecchia zia. Quando invece vi giungemmo insieme ai nostri carissimi amici, questa volta a offrirci la sua casa fu una vecchia nonnina, “Nonna Vita”.
Alcune immagini di infantili vacanze. Casette bianche adornate da buganvillee e gelsomini.
Un tubo di gomma e dei bidoni per farci la doccia all’aperto. Le porte delle case coperte da tende a strisce verticali bianche e blu. Donne anziane che sedute sull’uscio di casa “incocciavano” i grani di cous cous. La visione, ottenuta dopo lotte estenuanti, in un’arena (era uno dei pochi luoghi di divertimento esistenti) del film Superman (ma soprattutto il mio lungo sonnellino, avevano ragione gli adulti...). Angelo dell’Algeria, ovvero un giovane uomo vestito di abiti larghi e bianchi, con cui le famiglie fecero amicizia, che giocava amorevolmente e pazientemente con noi bambini, di cui so solo che viveva in Algeria e che ci diede una bellissima rosa del deserto.
Una spiaggia bianchissima, il mare caldo e trasparente, lunghe passeggiate verso l’orizzonte e l’acqua sempre bassa. Un gioco abituale, preparare il cous cous con la sabbia fingendo di essere una di quelle anziane col fazzoletto in testa. Le gite serali di quattro bambini sopra una specie di trattore arancione usato per pulire la sabbia, guidato da un gentile uomo. Il sogno non realizzato di trasferirci lì “per fare fortuna”, immaginando che quel paese un giorno sarebbe diventato meta turistica.
Capitolo 2) San Vito oggi
Sono tornata a San Vito Lo Capo diverse volte, con amici, in famiglia, con Massimo.
Ci sono diversi aspetti che mi colpiscono.
La spiaggia è sempre la stessa, bianchissima, adornata da palme (prive di punteruolo rosso),
pulitissima, è solo molto affollata e piena di ombrelloni, lettini e massaggiatrici ambulanti dotate di olio Johnson e spugna. Il mare è uguale, azzurro come una piscina, limpido come se l’acqua sgorgasse da una fonte miracolosa, tiepido sempre (quindi sarebbe preferibile andare a Giugno o Settembre per non trovare tanta gente), per giungere nel punto in cui “non si tocca” bisogna camminare tantissimo (è ideale per i bambini).
Il paese è cambiato molto, ci sono sempre le casette bianche “inquacinate” (coperte solo di calce bianca) adornate da profumatissimi fiori e tende a strisce,
e le viuzze, ma adesso la maggior parte di quelle case, almeno d’estate sono “case vacanze” per turisti e b&b. Ci sono infiniti bar, ristoranti, pizzerie, locali di vario genere, internet point, self service, negozi di abbigliamento, costumi, lozioni per sole e dopo sole, scarpe e attrezzature per il mare, prodotti tipici, etc.
Bancarelle di ambulanti che colorano le vie con tessuti velati e scintillanti, e vecchie e ricche signore che passeggiano addobbate con quei camicioni trasparenti e arabeggianti e le collane di turchesi, come fossero arrivate direttamente dal nord Africa.
Ci sono eventi di vario genere, la scelta è vasta, dal Jazz alla musica pop, presentazioni di libri, mostre di foto e quadri. C’è tanto da fare, soprattutto passeggiare.
Ma ciò che mi piace di San Vito, o meglio dei suoi abitanti è la mentalità, la lungimiranza, il senso civico. Dispiace dirlo, ma quando si giunge in questo luogo, guardandosi intorno ci si dimentica di essere in Sicilia, non per la bellezza dei luoghi che è tutta tipicamente siciliana, ma per la pulizia.
Bancarelle di ambulanti che colorano le vie con tessuti velati e scintillanti, e vecchie e ricche signore che passeggiano addobbate con quei camicioni trasparenti e arabeggianti e le collane di turchesi, come fossero arrivate direttamente dal nord Africa.
Ci sono eventi di vario genere, la scelta è vasta, dal Jazz alla musica pop, presentazioni di libri, mostre di foto e quadri. C’è tanto da fare, soprattutto passeggiare.
Ma ciò che mi piace di San Vito, o meglio dei suoi abitanti è la mentalità, la lungimiranza, il senso civico. Dispiace dirlo, ma quando si giunge in questo luogo, guardandosi intorno ci si dimentica di essere in Sicilia, non per la bellezza dei luoghi che è tutta tipicamente siciliana, ma per la pulizia.
Questa abitudine ha radici antiche, le signore anziane ogni mattina spazzavano e lavavano non solo l’interno della propria casa, ma anche le stradine su cui si affacciavano, con secchi di acqua profumata di sapone, e continuano tuttora a farlo, adesso aiutate anche dai camioncini che dotati di spazzolone e spruzzi d’acqua lavano, durante la notte, tutto il paese. C’è anche un uomo che dotato di forchettone toglie ogni pezzetto di carta ed anche le cicche delle sigarette, che sono già poche, perchè anche i più maleducati non sporcano sul pulito.
La spiaggia viene lustrata ogni sera, quindi niente sacchetti, bucce di angurie, pannolini, bottiglie di birra, e soprattutto la spiaggia è illuminatissima tutta la notte, per la serie che la sicurezza non si fa con le ronde, ma permettendo che la gente possa appropriarsi pienamente dei luoghi in cui dimora.
La spiaggia viene lustrata ogni sera, quindi niente sacchetti, bucce di angurie, pannolini, bottiglie di birra, e soprattutto la spiaggia è illuminatissima tutta la notte, per la serie che la sicurezza non si fa con le ronde, ma permettendo che la gente possa appropriarsi pienamente dei luoghi in cui dimora.
Al centro di San Vito non si possono parcheggiare le auto e non si circola, però ci sono parcheggi gratuiti e bus-navetta ecologici che li collegano al centro, tutto quindi è libero, pulito e iperorganizzato. A San Vito tutti i cittadini vivono grazie al turismo, avendo capito che l’amore e la cura di un luogo può anche essere fonte di guadagno, tutte le case sono curate, coperte di fiori etc, la tradizione delle anziane cuoche di cous cous è diventato ulteriore business, adesso quella semola goduriosa condita da sugo al pesce è il simbolo del paese, ne fanno anche un festival, ma non solo, ci sono anche le sagre del palamito e di altri pesci.
Insomma quegli ex-pescatori hanno capito proprio tutto, unici forse in Sicilia, ed ora si ritrovano a vivere in una perla meravigliosa, linda, civile, ed a guadagnare tanto e tutti.
Per questo penso che San Vito meriti di essere citata, sarà turistica, affollata e commerciale, ma è molto civile, anche io amante della solitudine mi sento a mio agio fra gente che rispetta il luogo in cui vive, i turisti (anche i “palermitanazzi doc” a volte temuti perchè un pò vandali e poco civili, sic!) si adattano ed il clima è di grande serenità e aggregazione, poco stress e niente traffico.
Capitolo 3) il cibo
La mia passione è il cous cous al pesce, cibo tradizionale di San Vito e di tutta la zona del trapanese. E’ rigorosamente non precotto, ossia preparato a mano dalle maestranze del paese, incocciato e cotto al vapore nelle cuscussiere, condito con mandorle tritate e da uno squisito brodo di pesce o crostacei. Adesso è uno dei simboli di San Vito, a Settembre c’è il festival internazionale, si può gustare il cous cous proveniente da tutto il mondo, io lo apprezzo in ogni sua varietà ma quello al pesce è sempre nel mio cuore, sono riuscita a scovarne uno simile anche a Palermo in una piccola gastronomia d’asporto che si chiama Kus Kus (Piazza Virgilio) i cui gestori sono di origini trapanesi.
Un' altra specialità sono le busiate, un tipo di pasta fatta in casa a forma di spirale, che contiene bene il sugo.
Infine il dolce, le cassatelle, che sono dei ravioloni colmi di ricotta e fritti.
Capitolo 4) Il faro
I fari mi suscitano sogni di grande serenità. Immagino di vedere il mare infinito dall’alto, immagino le scale a chiocciola per salire su quelle torri, immagino la solitudine e la possibilità di pensare aiutati dal mare a volte calmo ed a volte nervoso, immagino le lunghe traversate delle navi, il rischio di arenarsi, immagino quel fascio di luce affascinante che illumina il mare e le coste...
A San Vito il faro è un altro simbolo, si trova a un chilometro dal centro abitato (una breve passeggiata), immerso nella brulla campagna che sfocia sul mare roccioso. Fu costruito dai Borboni intorno al 1850 e poi negli anni a seguire ristrutturato e modernizzato, è bianco come la luce che proietta, una luce che indica la via, la cui assenza causò naufragi e incidenti ai nostri progenitori e conquistatori romani, fenici, arabi etc.
Chissà chi è oggi il guardiano di quel faro, immagino un vecchio e canuto uomo barbuto con cappello da marinaio, un pò eremita, un pò sognatore, non sarà sicuramente così, forse leggo troppi romanzi!
Chissà chi è oggi il guardiano di quel faro, immagino un vecchio e canuto uomo barbuto con cappello da marinaio, un pò eremita, un pò sognatore, non sarà sicuramente così, forse leggo troppi romanzi!
A San Vito c’è altro e altro ancora, c’è la riserva dello Zingaro, ci sono le coste rocciose e più solitarie, c’è la tonnara e una Chiesa bellissima,
basta consultare le guide più famose per trovare notizie e indicazioni.
Insomma quello che io ho descritto è San Vito visto da una “scettica”, un San Vito che malgrado si allontani dal mio modo di essere, amo e che consiglio a tutti, soprattutto alle famiglie con bambini.
Piccoli consigli:
Ristoranti per il Cous Cous: “La gna Sara” e “I sapori di Sicilia”.
Self service “Crick and Crock”. Bed and breakfast “Acqua di mare”.
Insomma quello che io ho descritto è San Vito visto da una “scettica”, un San Vito che malgrado si allontani dal mio modo di essere, amo e che consiglio a tutti, soprattutto alle famiglie con bambini.
Piccoli consigli:
Ristoranti per il Cous Cous: “La gna Sara” e “I sapori di Sicilia”.
Self service “Crick and Crock”. Bed and breakfast “Acqua di mare”.