giovedì 3 settembre 2009

"Il viaggio" o "l'acchianata" al Santuario di Monte Pellegrino.



Ho già raccontato la Festa più importante per i palermitani, il Festino di Santa Rosalia che si celebra il 15 Luglio.

Ma la devozione che la Santuzza ispira nei palermitani è tale che le è riservata un’altra importante festa per la data che ricorda la sua morte (il 4 Settembre del 1160): “il viaggio” o “l’acchianata” (salita) al santuario di Monte Pellegrino, il bellissimo promontorio sul golfo di Palermo, dove furono trovati i suoi resti.


L’acchianata al santuario avveniva nel passato e avviene ancora oggi (certo con minore coinvolgimento popolare), la notte tra il 3 e il 4 settembre per celebrare “l’ascesa al cielo” di Santa Rosalia. Era un vero pellegrinaggio dove come in tanti altri momenti di religiosità popolare, si mischiava il sacro al profano.



C’erano atti di grande devozione, in un misto di cattolicesimo e paganesimo, come l’acchianata in ginocchio, la benedizione dell’acqua, i voti e i doni (soprattutto gioielli e oggetti d’oro e d’argento) portati alla Santa, e momenti di divertimento e svago. La gente coglieva l’occasione del pellegrinaggio per fare una bella scampagnata, dove non mancavano le solite abbuffate.

Il Pitrè racconta di feste indimenticabili, nelle quali ondate di palermitani danzavano e cantavano accompagnati dai violini e dalle chitarre dei cantastorie, e soprattutto mangiavano e bevevano. Alcuni devoti salivano al santuario con asini o muli noleggiati alle falde del monte, i più impavidi a piedi.

Mi ha fatto sorridere (con una certa amarezza) la sua testimonianza riguardante l’attitudine dei miei concittadini a “ingrasciare” (sporcare) tutto ciò che li circonda, cattiva abitudine che ha quindi lontane origini. Scrive infatti in due passaggi: “...dato mano alle stoviglie portate fin lassù pel desinare, le si scaraventano per gioia su’ sassi o le si precipitano da un dirupo...” E poi “ ...Se altre stoviglie rimase danno impaccio, queste son buttate via senza ritegno...”
E’ evidente che la “lagnusìa” (pigrizia) dei palermitani è atavica, troppa fatica a portarsi indietro le stoviglie, meglio lanciarle sui sassi “per divertimento” o forse “per augurio” (come il riso sugli sposi).

Così il povero promontorio, che Goethe definì il più bello del mondo, già dal 1600 è abituato ad essere così trattato ed ancora oggi le stoviglie, che adesso sono dei bei servizi di piatti e bicchieri di plastica, fanno da ornamento alle pinete e alle caratteristiche pale di ficodindia.

Questa festa ebbe origine nel 1625, l’anno in cui furono rinvenuti i resti di Rosalia.
Poco dopo il Senato palermitano decise la costruzione di un santuario.



I lavori cominciarono nel 1625 e gia nel 1629 venne inaugurata la Chiesa (all’epoca evidentemente si era più rapidi in questo genere di iniziative, oggi per riparare una strada ci mettono anni e anni).



Poco dopo cominciarono anche i lavori per la costruzione di una via d’accesso al santuario “la scala nuova” che poteva permettere con più agilità il pellegrinaggio della notte tra il 3 e 4 settembre. Questa scalinata ha permesso l’accesso al monte fino al 1924 anno in cui fu realizzata una strada percorribile in auto. I più devoti però ancora oggi continuano a utilizzare le scale antiche, almeno nelle ultime rampe, per avvalorare la propria devozione.


Il Santuario di Santa Rosalia è un luogo molto suggestivo.


La facciata seicentesca è addossata alla roccia, poichè la Chiesa è realizzata all’interno della grotta. Vi è uno spazio adibito all’esposizione di tutti i doni fatti dagli ex voto, e poi una cancellata da cui si entra nella grotta.

Tutte le pareti sono coperte da tegole di metallo che incanalano l’acqua che fuoriesce dalle fenditure della grotta, che viene raccolta e posta nelle acquasantiere (e venduta nelle bancarelle con la promessa di ottenere sicuri miracoli).



Poco distante dall’ingresso vi è una teca di vetro contenente la statua della santuzza coricata in un baldacchino, coperta da un abito d’oro e adornata da collane e gioielli di ogni tipo, donati dai devoti (e spesso rubati negli anni da coraggiosi ladri che non hanno temuto né la legge, né le ipotetiche sventure che la santa avrebbe loro inflitto).



Tutta l’ambientazione è di grande fascino e suscita emozioni e sgomento, l’acqua gocciolante, le pareti di roccia, il fresco umido, il silenzio, gli oggetti d’argento donati che spesso rappresentano cuori o arti dei miracolati (piedi, mani etc, che fanno una certa impressione) . Ricordo che soprattutto da bambina venivo percorsa da un brivido nell’entrare in questo luogo, una sorta di strana paura e di attrazione, sensazioni che a volte suscitano quei luoghi dove è palpabile la spiritualità mista alla superstizione.


All’esterno del santuario ci sono tante bancarelle dove si possono acquistare tutti i tipici gadget religiosi, statuine, candele,

bandierine, acquasantiere, etc.


Un’altro luogo degno di nota sul meraviglioso Monte Pellegrino (che gli arabi chiamavano Geber Grin), è la statua sulla cima del monte, visibile a tutti i navigatori e soprattutto agli emigranti che tristemente lasciavano la loro città e confidavano nell’aiuto della santa per fare fortuna in lidi lontani. Adesso la statua è adornata da scritte che proclamano “amori eterni” di giovani sconosciuti, e fedi e odi calcistici.


Io non ho mai avuto l’occasione di fare l’acchianata notturna del 3-4 Settembre, ma ho percorso a piedi le rampe del Monte Pellegrino, ed è davvero una bellissima passeggiata tra i boschi con una vista meravigliosa (se non fosse per quel pò di immondizia a smorzare il troppo entusiasmo).




Sicuramente se si fa una visita nella mia bellissima città, può essere molto bello fare un “viaggio” su questo monte che sembra un grosso animale che si riposa in riva al mare e nel suggestivo santuario. E’ un viaggio nella natura, ma anche nell’anima di questo “popolo” e nelle sue tradizioni.
Foto di Judy Witts e Jan-Luc Moreau

13 commenti:

Scarlett: ha detto...

Ancora una volta hai raccontato una storia di tradizione e arte siciliana, e se questo puo' consolarti non esistono posti stupendi che non vengono intaccati dalla mano e l'incivilta' dell'uomo che tanto credente si crede ma che non smette mai di cambiare.Saluti da Scarlett

MG ha detto...

wow che tradizione meravigliosa! Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di vederla...

Leonardo ha detto...

Credo che ogni tradizione popolare porti in sè i caratteri del sacro e del profano, forse per questop sono più suggestive.
Complienti per la descrizione e le foto, come sempre all'altezza!

Buona serata.

Mirtilla ha detto...

ma sapete che in 6 anni,da quando sono sposata con un palermitano e vivo qui,che non ho mai fatto la famosa acchianata?

Elena ha detto...

ciao Evelin...posso testimoniare a beneficio di coloro che vogliono cimentarsi in questa impresa, che l'acchianata al nostro monte (devoti o non devoti alla Santuzza) è un'esperienza unica e indimenticabile, soprattutto se fatta nella nottata del 3/4 settembre...percorrere la strada antica e arrivare all'alba sopra il monte, osservare la città dormiente... è meraviglioso!! Un abbraccione!!

UIFPW08 ha detto...

Impeccabile, unica perfetta, semplicemente eccezzionale.
Brava Evelin.

Bruno ha detto...

da poco sto scoprendo santuari e monsteri con alle spalle delle storie incredibili e affascinanti .... come questa che ci hai raccontato

unika ha detto...

che bella tradizione...che posti favolosi...un bacio e buon fine settimana
Annamaria

zia maria vittoria ha detto...

Ciao Evelin,voglio farti i miei complimenti per il tuo modo di narrare, (benche' giovane )su queste testimoneanzedi di usi e costumi. Io che sono un po' ( ma di molto) piu' grande te,ti assicuro che non ho mai dimenticato i carretti siciliani bardati al massimo degli ogetti colorati ,quando passavano sotto casa mia ,mi svegliava il rumore dei campanellini appesi al collo dei cavalli e la gente che stava all'interno del carretto non esitava a cantare (facendo svegliare le persone , come per dire cosa fate , dormite?Accodatevi con noi, ci aspetta santa "RUSULIA"Che bei tempi Evy! Com' era tutto piu' semplice, non smaliziato .Allora se un anziano raccontava , si ascoltava con religiosa attenzione ! Erano enciclopedie viventi.Io apprezzo molto la tua grande voglia di informare, per non dimenticare le nostre tradizioni. Brava !Un bacione.

Lefrancbuveur ha detto...

bellissimo questo racconto!
un saluto
Enrico

Gianna ha detto...

Arrivo tardiper il commento, ma non per la Madonnina.
Tradizione bellissima!
Foto stupende!

Unknown ha detto...

@Scarlett: purtroppo lo so, speriamo in un crescente senso civico...
@Luna: spero che tu possa vederla presto, magari se non la Festa, almeno il Santuario
@Sirio:hai pienamente ragione, grazie per i complimenti, le foto sono opera di due splendidi ospiti che ce le hanno donate
@Mirtilla: quando si è in un luogo, capita spesso, anch'io non l'ho mai fatta il 3 notte!
@Elena: sai che l'ultima volta che ho fatto la scampagnata a Monte Pellegrino, forse era con voi e la famiglia di Maria? Un bel pò di anni fa!
@UIFPW08: grazie sempre per le tue parole! un abbraccione
@Bruno: sono sempre luoghi ricchi di fascino
@Unika: un bacione a te
@Zia: carissima zietta, grazie per quello che mi dici e per i momenti raccontati, molte cose si sono perse, però è bello mantenerne vivo il ricordo e la conoscenza, fa parte della nostra storia e della nostra vita. Un bacio
@lefrancbuveur: graaaziee
@Stella: sei sempre in tempo!
Io invece sono sempre in ritardo a rispondere...

Un bacione a tutti

sogno93 ha detto...

il Santuario per me è un luogo "del cuore" :io e il mio amore ci siamo sposati lì..sotto lo sguardo della Santuzza

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